Mistretta fa parte dei 24 comuni del Parco dei Nebrodi. Esso è stato istituito nel 1993 e comprende le più importanti e le più grandi aree boschive della Sicilia (circa 50.000 ettari). Le specie arboree più note sono il Fagus sylvatica (nella sua zona di diffusione più meridionale), il Quercus cerris, e il Quercus suber. E’ possibile trovarvi anche il Quercus ilex, il Taxus baccata, l’Ilex aquifolium e significativi ambienti lacustri e rupestri. Sia la fauna di vertebrati che gli esemplari di invertebrati sono molto ricchi.
Gli elementi principali che più fortemente caratterizzano il paesaggio naturale sono la dissimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione ed i numerosi ambienti umidi.
L'andamento orografico, lungo circa 70 km., è caratterizzato dalla dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza di estesi banchi di rocce argilloso-arenacee: le cime, che raggiungono con Monte Soro la quota massima di 1847 metri s.l.m., presentano fianchi arrotondati con estese terrazze sommitali e si aprono in ampie vallate solcate da innumerevoli fiumare che sfociano nel Mar Tirreno.
Laddove, però, predominano gli affioramenti calcarei, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre e fessurate. E’ questo il caso di Monte San Fratello (716 metri s.l.m.) e, soprattutto, delle Rocche del Crasto (1315 metri s.l.m.).
Infine, la progressiva antropizzazione del territorio del Parco ha portato nel corso dei secoli alla trasformazione dei Nebrodi, facendo percepire il suo paesaggio non solo come espressione di natura ma anche di cultura.
La fauna del parco dei Nebrodi
Se in passato erano il regno dei caprioli, (così come di daini, orsi e caprioli), i Nebrodi (il cui nome deriva dalle nebros greco, che significa capriolo) ancora sono la parte più ricca della Sicilia di fauna, nonostante l'impoverimento ambientale. Gli ultimi lupi sono stati uccisi alla fine degli anni ’20 dello scorso secolo e gli avvoltoi barbuti, che volavano sopra Rocche del Crasto, scomparsi all'inizio degli anni '60.
Grazie alla sua grande varietà ambientale, il Parco dei Nebrodi ha una delle comunità più ricche e complesse di fauna selvatica: ci sono diversi piccoli mammiferi, rettili e anfibi, molte specie di uccelli nidificanti e migratori, un enorme numero di invertebrati. Il primo gruppo comprende l'Istrice (Hystrix cristata), il gatto selvatico (Felis sylvestris), e la Martora (Martes martes), tutte specie molto rare; tra i rettili vi sono le tartarughe; infine, gli anfibi sono la rana dipinta (Discoglossus pictus) e la rana commestibile (Rana esculenta).
Nei Nebrodi, circa 150 specie di uccelli sono state classificate; le aree aperte ai margini dei boschi sono popolati da molti rapaci, come la Poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), il Lanario (Falco biarmicus), il nibbio reale (Milvus milvus), e il falco pellegrino (Falco peregrinus), mentre le aspre zone rocciose ricche di fessure di Rocche del Crasto sono il regno dell'aquila reale (Aquila chrysaetos).
Non è difficile avvistare la rara coturnice siciliana (Alectoris graeca whitakeri), l’ inconfondibile ciuffo dell’upupa (Upupa epops), e il potente corvo (Corvus corax). Tra l'avifauna migratoria, il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus) e l'Airone cenerino (Ardea cinerea) meritano una menzione. La fauna degli invertebrati è molto ricca. Ricerche scientifiche recenti hanno portato a risultati sorprendenti: su 600 specie censite riguardanti una piccola parte della fauna esistente, 100 sono nuove per la Sicilia, 25 nuove per l’Italia e 22 nuove per la scienza. Tra le forme più rilevanti sotto l’aspetto paesaggistico, si citano le farfalle (oltre 70 specie) ed i Carabidi (oltre 120 specie). [Tratto dal sito internet www.park.it]